Alla chiusura dell’anno finanziario 2014-2015, lo scorso 30 giugno, l’export di vino australiano ha totalizzato un incremento del 5% in valore (per un totale di 1,89 miliardi di dollari australiani) e del 4% in volume sul periodo precedente. Si tratta della prima crescita in valore registrata dall’anno finanziario 2006-2007 e il più consistente incremento in volume dal 2010-2011.
L’importante risultato è arrivato soprattutto grazie ai mercati asiatici. Secondo quanto dichiarato a The Drinks Business dal Ceo di Wine Australia Andreas Clark, infatti, il valore delle esportazioni verso il nord est dell’Asia è cresciuto lo scoro anno del 29% e quello verso il sud est della stessa regione del 18%. Più di un terzo delle vendite all’estero effettuate ad un prezzo superiore ai 7,50 dollari al litro raggiungono l’Asia, continente verso cui, in generale, il valore medio dell’export (18,49 dollari australiani per litro) è nettamente superiore a quello delle vendite verso l’Europa (media di AU$ 12,28/l) e verso gli Stati Uniti (media di AU$ 11,54/l).
Hanno raggiunto un record anche le esportazioni del vino australiano super premium (quello venduto a più di 50 AU$/l), per un valore complessivo raggiunto di 123 milioni di AU$.
Risultati in linea con gli obiettivi che Wine Australia si pone per i prossimi anni con il suo Strategic Plan 2015-2020 (ne abbiamo parlato qui): in particolare quelli di far crescere la domanda del vino australiano nel mondo, il suo valore e la sua competitività.
I primi cinque paesi d’esportazione del vino australiano – per valore – sono oggi: Stati Uniti (in calo del 7% in valore nell’anno passato, per un totale di 415 milioni di dollari australiani), il Regno Unito ( -1,5% per AU%$ 369milioni), la Cina (+32,1% per AU$ 280 milioni), il Canada (-0,7% per AU$ 182 milioni), Hong Kong (+28,4% per AU$ 112 milioni). Il Regno Unito rimane il primo per volume (2,51 milioni di ettolitri lo scorso anno).
FEB