Recentemente la Commissione europea ha diffuso un rapporto sullo stato dell’arte della misura promozione sui Paesi terzi nel primo biennio di applicazione, 2009 e 2010.
Risulta che sono state avviate 2.781 azioni, con una media di 1,7 azioni per progetto realizzato. La stragrande maggioranza dei progetti è stata incentrata sull’azione relativa a relazioni pubbliche, promozione e pubblicità, presente praticamente su tutti i mercati bersaglio (70-90 per cento delle spese), completata magari dalla partecipazione a manifestazioni, fiere ed esposizioni e dalla realizzazione di campagne di informazione, per le quali tuttavia gli importi sono risultati nettamente inferiori (5-20% delle spese). Scarsa l’incidenza delle azioni relative agli studi di nuovi mercati e agli studi per la valutazione dei risultati delle azioni realizzate.
Solo il 37% dei progetti finanziati nel primo biennio era incentrato su un solo mercato, mentre la maggior parte ha riguardato da 2 a 7 mercati. Spiccata la concentrazione geografica delle azioni: il 73% ha riguardato 7 paesi (Usa, Cina/Hong Kong, Giappone, Messico, Canada, Russia e Svizzera), tra cui sono comprese le 6 principali destinazioni, che hanno rappresentato circa il 75% dei volumi e dei valori delle esportazioni vinicole dell’Unione nel 2010.
Gli Stati Uniti sono il Paese cui è riservata l’attenzione maggiore: 8 dei 9 Stati membri che hanno aderito alla misura si sono concentrati principalmente su questo mercato e il 22% delle azioni lo ha riguardato. Ci sono poi destinazioni specifiche privilegiate dai singoli Stati membri, come ad esempio il Messico per la Spagna, il Brasile per il Portogallo, l’area dell’ex Iugoslavia nel caso della Slovenia, il Canada per l’Italia, la Cina e il Giappone per la Francia, la Russia per la Grecia e la Svizzera per l’Austria.
Fonte: Commissione europea
La Commissione ha inoltre richiesto agli Stati membri possibili strategie per migliorare l’efficacia della misura. Tra le varie proposte, quella di allargare l’ambito di applicazione anche ai Paesi dell’Unione europea e quella di dare maggiore spazio alle piccole e medie imprese, che finora hanno fatto più fatica ad accedere ai bandi per via delle dotazioni finanziarie richieste e della complessa macchina burocratica che contraddistingue l’azione.
Sul Corriere Vinicolo n. 36 e n. 37 verrà pubblicata l’analisi completa della misura in Europa e in Italia.