Piccolo, ma ricco, ricchissimo, e in continua crescita. Grazie agli immensi giacimenti di petrolio e gas, che ne fanno una delle mete più ambite di tutte le diplomazie occidentali. Stiamo parlando del Kazakhstan, assurto alle cronache in Italia per la vicenda Shalabajeva, ma che – guardato sotto l’aspetto vinicolo – rappresenta una interessante nicchia per il nostro export. Come si legge sul sito Infomercatiesteri.it, database che oggi racchiude le funzioni informative sui mercati deputate un tempo all’Ice, “fino al 2003 il vino italiano era scarsamente presente sul mercato locale, essendo poco conosciuto e ritenuto di qualità inferiore rispetto a quello di altri Paesi concorrenti (Francia). Negli anni successivi la situazione è cambiata, anche grazie a varie attività ed inziative promozionali quali missioni d’importatori kazaki a fiere in Italia, missioni d’importatori kazaki per visite ad aziende italiane, degustazioni, azioni pubblicitarie e di promozione in collaborazione con gli importatori stessi. Il vino italiano è diventato così molto più popolare ed apprezzato e, negli ultimi anni, anche di moda, grazie anche ai ristoranti e pizzerie italiane, numerosi hotel, wine bar, supermercati e centri commerciali presenti nel Paese”.
Siamo andati allora a curiosare nei dati di importazione, dando una fotografia più precisa a questo Paese dal punto di vista vinicolo. Vero è che la tendenza al consumo è in forte aumento, essendo passati in sette anni da un giro d’affari di 11 milioni di dollari a quasi 40, così come sul fronte dei volumi, cresciuti di tre volte, a 12 milioni di litri (segmento bottiglia).
Piccoli, piccolissimi numeri, quindi, anche se molto promettenti considerando come il Paese sta crescendo, anche dal punto di vista della tendenza all’occidentalizzazione: nel 2012, segnala sempre il sito Infomercatiesteri.it, i visti per l’Italia rilasciati a cittadini kazaki sono stati oltre 13.000, con un aumento di oltre il 30% rispetto al 2011, anche in mancanza di voli diretti verso il nostro Paese.
Tra i Paesi fornitori, segmento confezionato, per motivi storici Moldova e Georgia continuano a essere i leader del mercato, assorbendo insieme circa il 70% del giro d’affari. Primo dei Paesi europei è la Francia, a circa 6 milioni di dollari di fatturato. Quindi l’Italia, arrivata nel 2012 a superare i 3 milioni di dollari, per un volume di poco più di 4.000 ettolitri. Briciole, vero, ma pagate molto bene, attorno a 7 dollari al litro.
Dove l’Italia primeggia invece è nel segmento spumanti: il nostro Paese nel 2012 ha toccato il record delle forniture, a 4 milioni di dollari, ovvero quasi la metà del valore totale delle importazioni di sparkling, per un prezzo medio di 7,90 dollari al litro. In totale nel 2012 il Kazakhstan ha importato 16.000 ettolitri di spumanti (erano poco meno di 4.000 nel 2005), la maggior parte dei quali provenienti dalla Moldova, che detiene il primato a volumi.
Fonte: elaborazioni Corriere Vinicolo su dati Dogane kazake