L’anno scorso di questi tempi commentavamo il fatto che gli Stati Uniti avessero aperto la discussione sull’inserimento nel registro delle varietà riportabili in etichetta di una nutrita pattuglia di vitigni italiani. Il TTB, come da procedura, prima di iscriverle ufficialmente lancia una sorta di consultazione pubblica, di modo che chi abbia qualcosa da obiettare possa farlo nei tempi e modi dovuti. Evidentemtente, le controsservazioni su Montepulciano, Nero d’Avola, Erbaluce, Biancolella, Forastera, Negroamaro, Canaiolo Nero, Lagrein, Moscato greco, Negrara, Rondinella, Sagrantino, Vermentino e Mammolo toscano non sono arrivate, per cui – un anno dopo – ce le ritroviamo nella lista positiva.
Ora, sono pendenti altre richieste presso il TTB per una nuova lista di vitigni, alcuni dei quali italiani, come Ribolla Gialla e Brachetto, quest’ultimo inserito in una denominazione di origine protetta, quella di Acqui, fortemente promozionata negli Usa dal Consorzio di tutela (i lati perversi della promozione, fossero stati a casa propria invece di andare a New York non avrebbero oggi di questi problemi, verrebbe da dire maliziosamente). La richiesta per la nazionalizzazione del Brachetto è tutt’altro che peregrina, viste le dinamiche di crescita della categoria rossi dolci nelle vendite: in media al mese presso la sola Gdo si vendono 150.000 casse di “sweet red wines”, per un fatturato di 8 milioni di dollari. Un successo che ha spinto Nielsen a monitorare mensilmente la categoria.
L’avviso ai naviganti è sul sito del TTB: “If we receive a comment(s) or other information that demonstrates a final approval is inappropriate, we may decide not to give final approval for that grape variety name and we will not add it to the list in our regulations. Our final rulemaking action will replace or cancel the administrative approval”.
Per la cronaca, la lista completa si compone inoltre di Bluebell, Bourboulenc, Chisago, Diana, Geneva Red, Gros Manseng, King of the North, Lambrusca di Alessandria, Madeleine, Sylvaner, Marquis, Picardan, Schönburger, Terret Noir, Tinta Cao, Tinta Roriz, Touriga Nacional e Vaccarèse. Quindi c’è anche la richiesta per italianizzare il Pinot Blanc, chiamandolo Pinot Bianco (un po’ come è successo per il Pinot Grigio, che gli americani possono chiamare all’italiana).