A confermare che il 2015 è un’annata di eccellente qualità per il vino piemontese è stata giovedì 5 novembre a Torino la tradizionale iniziativa denominata “Piemonte Anteprima Vendemmia”. Promossa dall’Assessorato Agricoltura della Regione Piemonte, in collaborazione con il Consorzio Piemonte Land of Perfection e la Vignaioli Piemontesi, l’iniziativa ha radunato molti operatori e giornalisti del settore per fare il punto della situazione e, soprattutto, presentare i dati quantitativi e qualitativi dell’annata vitivinicola 2015.
A relazionare sono intervenuti Giorgio Ferrero, assessore regionale all’Agricoltura, Giorgio Bosticco, presidente Piemonte Land of Perfection, Giulio Porzio, presidente Vignaioli Piemontesi, Gianni Marzagalli, presidente Consorzio dell’Asti, Filippo Mobrici, presidente Consorzio Barbera d’Asti Pietro Ratti, presidente Consorzio Barolo Barbaresco Alba Langhe e Roero.
Un resoconto sintetico, ma gratificante
È stata una annata calda, soprattutto nel cuore dell’estate, con un mese di luglio tra i più caldi e più secchi di sempre. Tutto ciò ha portato numerosi riflessi positivi, a cominciare dalla sanità delle uve, di tutte le uve, tanto le precoci quanto le tardive. Altre volte si sono viste situazioni positive, ma non in maniera così assoluta: se i dati erano ottimali per le uve tardive non lo erano stati per quelle precoci o viceversa.
Altro dato significativo è stato lo scarso numero dei trattamenti necessari per difendere le viti dalle malattie fungine. Peronospora e Oidio non hanno dato particolari problemi e nemmeno la Botrite ha creato preoccupazione tra i viticoltori. Possiamo, pertanto, parlare del 2015 come di un’annata “ecologica”, con un basso numero di interventi chimici sulle piante.
In un contesto così, è parso coerente l’accenno dell’assessore all’Agricoltura Giorgio Ferrero nel ribadire come questa vendemmia eccellente possa dare nuovo slancio a un contesto produttivo già di per sé virtuoso e ricco di potenzialità. Il comparto vitivinicolo, per il suo peso economico e per il valore aggiunto che porta all’agricoltura, si conferma un settore di primo piano per la realtà agricola dell’intero Piemonte.
Qualità nel calice e fatti economici positivi
Gli effetti della qualità del vino si tradurranno in concreti fatti economici con l’avvio al mercato. Ma c’è già un primo elemento che sembra positivo ed è costituito dalla produzione effettiva del 2015. Si sapeva e si diceva da tempo che questa era un’annata “fertile”. Addirittura, durante l’estate, le proiezioni previsionali indicavano nel 8-10% il possibile incremento produttivo del 2015 rispetto al 2014. Nella realtà del raccolto, i fatti sembrano essere andati diversamente.
Le informazioni provvisorie dell’Assessorato all’Agricoltura della Regione Piemonte indicano un incremento minore del previsto: la produzione di vino piemontese è stata di 2.470.000 ettolitri, in pratica solo il 2,7% in più rispetto al 2014.
Questo dato quantitativo sarà senza dubbio rafforzato dagli aspetti qualitativi, cosa che si è già notata nei prezzi delle uve, molti dei quali hanno segnato significativi incrementi.
Dalle analisi e valutazioni svolte nella fase di controllo di maturazione delle uve, il gruppo tecnico di riferimento ha attribuito a tutti i vitigni punteggi di elevata qualità: le 5 stelle dell’eccellenza a Barbera, Nebbiolo, Dolcetto, Grignolino, Cortese ed Erbaluce e le 4 stelle dell’ottimo a tutte le altre varietà.
Un settore in salute
Ci sono, poi, altri dati economici che sottolineano il particolare stato di salute del settore vitivinicolo piemontese, un settore caratterizzato da fenomeni di rinnovamento, innovazione e ricambio generazionale, soprattutto con l’inserimento di migliaia di giovani agricoltori e una crescita della componente femminile (1/3 dei 64.000 occupati in agricoltura sono donne).
Nel 2015, le aziende vitivinicole sono 19.100 su 67.000 totali, mentre gli ettari vitati sono circa 43.000. Sono 54 le cantine cooperative che, con circa 12.000 soci, rappresentano 1/3 della produzione vitivinicola regionale.
Di grande rilievo i dati dell’export, che continua il trend positivo degli ultimi anni. Nel 2014 si attesta su 1,04 miliardi di euro su un export agroalimentare complessivo piemontese di 4,7 miliardi di euro. Il valore dell’export di vino rappresenta circa il 22% dell’export agroalimentare piemontese e circa il 20% dell’export vini nazionale. Il Piemonte esporta circa il 60% della sua produzione, che in bottiglie sono: 56 milioni di Asti su 66 milioni totali; 23,8 milioni di Moscato d’Asti su 28 milioni totali; 10 milioni di Barolo su 13; 3 milioni di Barbaresco su 4,5 totali; 11 milioni di Barbera d’Asti su 22; 10,88 milioni di Gavi su 13,6; 2,2 milioni di Roero Arneis su 5,5; 1,8 milioni di Brachetto d’Acqui su 4,4 milioni.
Il 70% viene assorbito dai Paesi UE, il restante 30% dai Paesi extra UE. G.M
Nella foto, da sinistra:
Giorgio Bosticco, Gianni Marzagalli, Giorgio Ferrero, Giancarlo Montaldo, Giulio Porzio, Filippo Mobrici e Pietro Ratti.