“Desidero ringraziare il Ministro Martina per aver sbloccato la situazione, consentendo di approvare in CDM questo importante decreto il cui contenuto riprende le indicazioni che Unione Italiana Vini aveva evidenziato fin dall’inizio dell’anno rispetto all’implementazione nazionale del sistema a partire dal 2016. Attenzione, però, al plafond dell’1% di nuove autorizzazioni (circa 6.400 ettari all’anno di nuovi vigneti in Italia) previsto dalla normativa comunitaria: potrebbe risultare insufficiente, poiché il nostro Paese ha perso mediamente nell’ultimo decennio circa 8-9.000 ha di vigneto all’anno”.
Con queste parole Domenico Zonin, presidente di Unione Italiana Vini, commenta il decreto relativo al nuovo sistema di autorizzazioni per impianti viticoli approvato ieri sera dal Consiglio dei Ministri, che prenderà il via a partire dal 1° gennaio 2016 e sarà in vigore fino al 31 dicembre 2030, dando attuazione alla disciplina europea.
“Fino al 2020 si dovrà monitorare la conversione dei diritti di reimpianto (50.000 ha in portafoglio delle aziende) – aggiunge il presidente Domenico Zonin – per evitare di perdere ulteriore potenziale viticolo a causa degli abbandoni da parte dei viticoltori che per motivi economici o legati all’età non sono più incentivati a investire in vigneto”.
“Se il sistema presenterà disfunzionalità dopo i primi due anni di attuazione – conclude il presidente Domenico Zonin – non attenderemo il 2023 quando, da Regolamento, la Commissione dovrà fare la prima valutazione, ma chiederemo alla DG Agri di rivedere il sistema in occasione della mid term review della PAC, prevista per il 2017”.