Qualche settimana orsono abbiamo parlato dello studio di due ricercatori argentini volto a ridurre, attraverso l’ingegneria genetica, la gradazione alcolica del vino (si veda qui). Oggi dagli Stati Uniti giunge la notizia che un team di ricercatori, coreani e statunitensi, starebbe verificando la possibilità di potenziare, sempre con le tecniche della genetica, gli effetti salutari del vino e, al contempo, ridurre quei componenti tossici che possono svilupparsi nel vino al termine di una non corretta fermentazione malolattica.
Al centro di entrambe le ricerche vi è l’idea di modificare geneticamente un gene del lievito Saccharomyces cerevisiae. L’ingegneria genetica potrebbe così moltiplicare il contenuto del “benefico” resveratrolo. Allo stesso tempo inoltre si sta cercando di intervenire sull’enzima che porta alla fermentazione malolattica, così da ridurre il rischio di formazione di sottoprodotti tossici, quelli che portano al malessere da ubriachezza.
Secondo Yong-Su Jin, Assistant Professor of Microbial Genomics presso il Biosciences Energy Institute dell’Univesità dell’Illinois, impegnato in questa ricerca, gli interventi d’ingegneria genetica sul Saccharomyces cerevisiae potrebbero portare a “incredibili” possibilità di migliorare il valore nutrizionale di diversi alimenti, questo lievito è, infatti, largamente utilizzato nell’industri alimentare e delle bevande alcoliche.
FEB