E’ cresciuto ancora nel 2012 il valore dell’export europeo di vini varietali, la nuova categoria di vini comuni con indicazione della varietà in etichetta introdotta dall’Ue nel 2009. L’anno scorso, solo per la categoria confezionati, sono stati commercializzati circa 150 milioni di litri, con una crescita sul 2011 del 31%, mentre il valore è passato da 246 a 302 milioni di euro (+23%). A questa quota vanno ad aggiungersi i vini sfusi, 104 milioni di euro (+8%) per 148 milioni di litri (-6%)
Il grosso delle esportazioni in bottiglia (oltre il 70%) viene effettuato sul mercato comunitario, in particolare UK, Germania, Paesi Bassi e Belgio. Sui mercati extra Ue, è la Cina a detenere la più grossa fetta, con il 5% circa del totale, seguita dagli Usa al 4,5%.
A livello di peso sul totale dell’export in bottiglia dei 27, i vini varietali contano per circa il 2%: la quota è rimasta stabile nei tre anni di vita della categoria, fenomeno dovuto alla stasi sui mercati extra Ue, mentre è andata aumentando la quota sul totale commercializzato all’interno dell’Unione, passato dal 2% del 2012 a quasi il 4% del 2012.
Infine la classifica dei principali Paesi esportatori, che vede sempre al primo posto la Francia, con il 47% sul totale commercializzato dall’Ue per un valore di 140 milioni di euro (+24% rispetto al 2011, ma quasi raddoppiato rispetto al 2010), seguita dalla Spagna, stabile al 19% (59 milioni, +24%), e quindi dall’Italia (33 milioni di euro, +12%), il cui peso si è ridotto in tre anni di quasi 2 punti percentuali. Quote minoritarie per gli altri Paesi.
Fonte: elaborazioni Corriere Vinicolo su dati Eurostat