Uve in generale molto sane e con grappoli ben formati, soprattutto nei casi in cui è stato possibile ricorrere all’irrigazione; gradazioni zuccherine abbastanza elevate con rese di trasformazione dell’uva in vino inferiori alla media. In Romagna si profila una vendemmia caratterizzata da una buona qualità e, stando ai sondaggi fino ad ora effettuati tra cantine e produttori, da una riduzione della quantità più contenuta di quella prevista in Emilia, quantificabile in pochi punti percentuali.
E’ stato l’assessore regionale all’agricoltura Tiberio Rabboni a fare nei giorni scorsi il punto a Imola sull’andamento della vendemmia in regione, con particolare riguardo alla Romagna, durante una visita alla Cantina “Tre Monti”. Rabboni ha sottolineato in particolare “la crescita qualitativa in atto ormai da alcuni anni dei vini regionali, oggi in grado di competere anche con produzioni tradizionalmente più blasonate. Una crescita frutto della capacità dei produttori di investire e di innovare, ma anche dell’impegno della Regione, che ha saputo sostenere questo impegno. Dal 2007 a oggi le risorse pubbliche per il settore vitivinicolo sono state superiori ai 190 milioni di euro e sono andate essenzialmente al rinnovo dei vigneti, alla modernizzazione delle cantine e alla promozione. Per il 2013 sono previsti nell’ambito dell’Ocm vino ulteriori 23,8 milioni e un bando regionale per oltre 3,4 milioni per acquisto di attrezzature per le cantine”.
La vendemmia 2012 in Romagna è partita quest’anno con notevole anticipo a causa di un’estate particolarmente calda e povera di acqua. Dal 13 agosto è iniziata la raccolta delle varietà precoci, come Chardonnay e Pinot Bianco, caratterizzate comunque da una buona qualità delle uve. A fronte di una leggera riduzione in collina per Albana e Sangiovese, il vitigno che presenta una maturazione più regolare anche dal punto di vista del calendario di raccolta è il Trebbiano, localizzato prevalentemente in pianura. La vendemmia del più diffuso bianco regionale è iniziata nella prima metà di settembre, periodo nel quale le piogge di inizio mese, sommate alle irrigazioni di soccorso, dovrebbero consentire un recupero di produzione rispetto a quella inizialmente preventivata.
I numeri del comparto
Al 31 agosto 2012 erano presenti in regione 23.238 aziende con vigneto. Dall’analisi dei dati dello schedario viticolo del 2008 e del 2012 si evidenzia che, a fronte della diminuzione della superficie vitata regionale – passata da oltre 57.000 ettari a circa 52.000 ettari principalmente per effetto del programma di estirpazione – le varietà principalmente coltivate restano: Trebbiano romagnolo (15.065,05 ettari pari al 29,17% del totale regionale) e Sangiovese (7.693,25 ettari pari al 14,89 per cento). In riduzione risultano Albana (-21% nell’arco degli ultimi 4 anni) e Ancellotta ( -13,85% nel quadriennio). In crescita invece Pignoletto (+6,25).
I nuovi impianti in Romagna sono soprattutto effettuati con vitigni bianchi tra i quali: Pignoletto, Trebbiano e Chardonnay in linea con un mercato che richiede vini bianchi, facili, frizzanti con profumi giovani e ben definiti. Ravenna si conferma la provincia con la maggiore estensione di superficie vitata.
L’andamento dell’export conferma il buono stato di saluto del vino emiliano-romagnolo. I dati 2011 parlano di una crescita del 15,8% e anche i primi mesi del 2012 confermano il trend. A fronte di un costante calo dei consumi interni, acuito anche dalla difficile congiuntura economica nazionale, quello estero costituisce oggi un canale fondamentale per un fatturato di oltre 306 milioni di euro, Lambrusco e Sangiovese in testa. I due vini continuano a rappresentare, anche dal punto di vista qualitativo, i vitigni più importanti della vitivinicoltura emiliano – romagnola.