di Teresa E. Baccini
A volte per innovare basta cambiare il punto di vista. A sostenerlo è Marco Giovannini, entusiasta amministratore delegato di Guala Closures Group, l’azienda leader mondiale nella fabbricazione di chiusure in alluminio per il vino, le famose screw caps che per il vino nel 2005 stavano a zero ed oggi sono arrivate a 60 milioni.
E il nuovo “Showroom Innovazione” dello stabilimento di Spinetta Marengo (AL) recentemente presentato alla stampa ne è la prova.
Qui i prodotti non sono presentati in esposizione lineare, ma contestualizzati in aree che riproducono gli ambienti di vendita: lo scaffale del supermercato, quando si tratta di presentare chiusure antitaccheggio o anticontraffazione, piuttosto che il banco di un locale notturno, quando il tappo risolve il problema di dare evidenza ad un marchio anche in condizioni di luce poco favorevoli. Quasi che la principale funzione d’uso, sigillare la bottiglia e il suo contenuto, fosse diventata ormai solo una delle innumerevoli prestazioni plus che il tappo può offrire.
Dal microchip antitaccheggio alle capsule personalizzate, riccamente decorate in digital printing per celebrare eventi aziendali, ai tappi brandizzati o retroilluminati per i superalcolici più famosi, queste chiusure sanno fare un sacco di cose, incluso dialogare con il consumatore finale con un microchip nascosto. Basta chiedere.
Non a caso l’ufficio Ricerca & Sviluppo in Guala Closures Group si chiama Ricerca & Innovazione: 12 nuovi ricercatori assunti negli ultimi due anni, quasi tutti sotto i trent’anni e per la metà donne, sono l’orgoglio dell’AD Marco Giovannini (foto) che spiega così la svolta decisiva “Avevamo visto che in genere aspettavamo la richiesta del cliente per partire con la ricerca. Così abbiamo deciso di cambiare rotta, scorporare la ricerca dalle esigenze del cliente e buttarci sull’innovazione”.
In questo modo l’azienda è riuscita non solo a fare proposte originali ai suoi clienti, ma anche sviluppare supporti per l’attività aziendale, a volte adattando al proprio campo tecnologie utilizzate in altri, come ad esempio l’automobilismo. Un esempio è la messa a punto di una stampante 3D che consente di realizzare non solo i prototipi dei prodotti richiesti dai clienti, ma anche di stampare pezzi di ricambio per le proprio linee di produzione aziendali.
Ma la spinta alla digitalizzazione sostenuta dall’AD Marco Giovannini ha prodotto, ad esempio, anche un rinnovamento dei classici cataloghi venditori, con soluzioni come app scaricabili su Ipad per presentazioni in tridimensionale, modificabili in tempo reale, che sono in grado di offrire al cliente la possibilità di vedere il risultato finale della chiusura scelta sul packaging della bottiglia.
Per l’azienda nata nel 1954 e affermatasi nel settore con una chiusura brevettata per una nota marca di amaro milanese, le chiusure non hanno limiti tecnologici e così deve essere per arrivare a produrre 14 miliardi di tappi l’anno in 25 stabilimenti dispersi nei 5 continenti e adottati da tutte le marche più famose del mondo.