di Paolo Ferrante
Poco meno di 2,9 milioni di ettolitri, per due terzi riconducibili ai vini di importazione, prevalentemente italiani, francesi e spagnoli. Il mercato svizzero, per quanto attiene al comparto enologico (vini liquorosi inclusi), esprime a oggi una quota-volume pari al 37% del totale alcolici. Incidenza che arriva al 46% in valuta, con un giro d’affari, tra canali domestici ed extra-door, di oltre 5 miliardi di franchi svizzeri, corrispondenti a 4,1 miliardi di euro al cambio 2014, oggi rivalutato a favore della moneta elvetica.
Quello elvetico, rilevano gli analisti, è un mercato ormai pienamente maturo: il consumo pro capite di vini (compresi spumanti e liquorosi) si attesta attualmente a 35 litri, in base alla fotografia Euromonitor 2015. Ma nel 2009 lo stesso dato superava abbondantemente la soglia dei 37 litri. E’ dunque in atto, per lo meno nel segmento dei vini fermi, una lenta ma costante decrescita degli acquisti, che proseguirà, a giudizio degli esperti, anche nella prospettiva di medio termine.
Secondo le stime di Euromonitor, a fine decennio si prevede una crescita delle vendite di bevande alcoliche, tra door ed extra-door, dell’1,5%, a 7,8 milioni di ettolitri. Solo frazionale la variazione incrementale dei vini, contro il +2,1% delle birre il +4,2% di liquori e superalcolici. L’unico segno meno è quello delle bevande alcoliche fermentate a base di mele e pere (cider/perry). Mentre nel reparto enologico a fronte di un calo piuttosto netto dei vini liquorosi (-10,7% a volume tra il 2014 e il 2019) si avrà una sostanziale tenuta dei fermi e un robusto +7,3% degli sparkling (spumanti e champagne), che arriveranno al 5,7% di quota sul totale vini.
Nell’articolo, vengono fornite le stime Euromonitor al 2019, con tabelle e grafici di dettaglio per vini e spumanti nel canale off e on-trade, per volumi e valori.
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