I retailer scozzesi saranno obbligati ad aumentare di almeno 50 pence per unità tutti gli alcolici venduti nei propri negozi. E’ l’effetto dell’Alcohol Minimum Pricing Bill, legge votata a maggioranza dal Parlamento scozzese a fine maggio e che introduce formalmente il prezzo minimo di vendita per spiriti, birre, vino e tutto ciò che contiene alcol.
L’obiettivo della misura, su cui da ottobre si discuteva e che avrà una durata sperimentale di sei anni, al termine della quale verrà sottoposta a un primo check-up, è quello di scoraggiare l’abuso nei consumi di alcol, specie tra i più giovani, rendendo le bottiglie più care.
La formula per il calcolo, elaborata dalla University of Sheffield, si basa su un mix tra contenuto alcolico, volume in litri e prezzo minimo a unità, fissato a 50 pence. Per una bottiglia di vino da 0,75 con 13,5% di alcol (10,125 unità d’alcol), il prezzo minimo al pubblico sarà di 5,06 sterline, che scendono a 2,06 per un vino da 5,5%.
Secondo le stime del governo, nel primo anno la legge ridurrà le morti per alcol di 60 unità, si avranno 1.600 ricoveri in meno, 64 milioni di sterline risparmiati in trattamenti sanitari e 3.500 reati in meno.
In allegato il testo dell’Alcohol Minimum Pricing Bill.
Così i prezzi minimi per bevanda