L’Unione dei viticoltori di Russia ha nei giorni scorsi chiesto al governo del proprio Paese, in particolare all’ente federale che si occupa della regolamentazione del mercato degli alcolici, di istituire un prezzo minimo per la vendita del vino fermo. La misura servirebbe, a parere dei proponenti, a compensare l’aumento dei prezzi dovuto alla scarsa produzione prevista per quest’anno in funzione degli scarsi raccolti in Europa e Russia.
Secondo quanto richiesto il prezzo minimo al dettaglio per una bottiglia standard da 70 cl dovrebbe essere di 110 rubli, circa 2,70 euro, mentre il prezzo “in fabbrica” di 75-80 rubli (1,85-2,00 euro).
Leonid Popovich, presidente dell’Unione dei viticoltori di Russia, ha dichiarato che il prezzo minimo dovrebbe essere in futuro aggiornato di anno in anno in funzione dell’andamento del mercato mondiale del vino visto che molti dei vini prodotti in Russia sono ottenuti da uve importate da Italia, Spagna, Francia, Argentina, Cile e altri Paesi. I vini tranquilli, se la proposta verrà accettata, saranno il terzo alcolico, dopo lo shampanskoye (vino spumante russo) e superalcolici, ad avere un prezzo minimo fissato per legge: per la Vodka il prezzo minimo è stato fissato nel 2010 allo scopo anche di combattere il fenomeno dell’alcolismo.
FEB