Su un mercato che potrebbe presto divenire molto difficile a causa non solo dell’andamento economico ma soprattutto dello scenario di crisi politica, l’Italia a giugno si regala un record storico, sorpassando la Francia come primo paese fornitore di vini in bottiglia: il dato a valore segna +10%, a 87 milioni di dollari, contro gli 81 milioni francesi (-8%).
Per il resto, sta incidendo e non poco il ritorno dei vini georgiani: 51 milioni di dollari in sei mesi, terzo Paese fornitore, a cui vanno sommati i 21 milioni di dollari in provenienza dalla regione dell’Abkhazia, il che sta contribuendo a spostare sempre più le richieste degli importatori rispetto ai vini moldavi, praticamente spariti.
Sul lato spumanti, l’Italia recupera la perdita a valore di marzo portandosi a +2% e progredisce a volume del 10%, lasciando però il 7% di valore sui prezzi. In recupero i francesi (ma qui il dato a due cifre è da mettere a confronto con il pessimo semestre che ebbero gli Champagne nel 2013), mentre gli spagnoli progrediscono solo a volume. In drastica riduzione le forniture dall’Ucraina, che vanno ormai verso l’azzeramento totale dopo il bando imposto dal governo russo.
Fonte: elaborazioni Corriere Vinicolo su dati Dogane russe