Fatturato a oltre 163 milioni di euro (+2% sul 2012) e 44 milioni la remunerazione complessiva ai soci: questi alcuni dei numeri del positivo bilancio 2013 del Gruppo Mezzacorona che è stato presentato all’assemblea dei 1.600 soci dal presidente Luca Rigotti e dal direttore generale Fabio Maccari. L’export, in particolare, è diventata l’arma decisiva per la crescita delle performance aziendali e il Gruppo Mezzacorona ha accelerato ulteriormente le vendite dei propri prodotti presenti in 60 Paesi. Oggi l’export costituisce ben l’85% del volume di affari del Gruppo con una forte presenza negli Usa, in tutta l’area tedesca, in Scandinavia, Uk, Benelux, Canafda e Giappone. Gli obiettivi principali sono in primis Russia, Europa Orientale, Paesi baltici, Estremo Oriente e Cina. In prospettiva Sudamerica e in particolare Brasile. Il mercato italiano, nonostante la crisi generale dei consumi, ha dimostrato comunque una buona tenuta, in particolare nella Gdo.
Più in dettaglio, il Gruppo ha sviluppato un margine operativo lordo di quasi 17 milioni di euro, mentre l’utile ha raggiunto il valore di 1 milione e 462 mila euro. In crescita il patrimonio netto consolidato del gruppo nel 2013 che ha toccato gli 88,6 milioni di euro, il cash flow si è attestato su 12,5 milioni di euro. I collaboratori del Gruppo al 31 agosto 2013 erano 394. Dal punto di vista del mercato le prospettive si profilano interessanti per la crescita commerciale di tutti i marchi di proprietà (Mezzacorona, Rotari, Tolloy, Feudo Arancio e Nota).
Mezzacorona sca, holding capogruppo, ha liquidato la media di 100 euro al quintale per l’uva, +5% rispetto ai 95 euro del 2012. Mezzacorona ha sviluppato una remunerazione complessiva ai soci di 44 milioni di euro, in linea con l’anno precedente, confermandosi primo produttore viticolo italiano in valore.
Mezzacorona gestisce 2.800 ettari di vigneti in Trentino Alto Adige e quasi 1.000 ettari in Sicilia (tramite la controllata Nosio spa), tutti coltivati con sistemi di produzione integrata.