Il 2015 di Masi Agricola si chiude con numeri che confermano il ruolo di primo piano della società. L’azienda veneta ha visto una crescita dei ricavi netti a 60,9 milioni di euro (dai 59,7 milioni del 2014), con un +2% complessivo, mentre gli utili netti sono scesi a 6,2 milioni di euro (dai 7,6 milioni del 2014). La redditività si conferma una delle più elevate del settore, con un Ebitda da 16,8 milioni di euro (in calo dai 18 milioni del 2014). Il primo anno di quotazione in borsa si chiude con una proposta di distribuzione dei dividendi da 9 centesimi per azione.
“Reputo positivo il risultato in termini di redditività, alta nel settore e in linea con le nostre attese – è il commento di Sandro Boscaini, presidente di Masi Agricola – Tutto questo in un esercizio non facile, con aree di mercato che presentano condizioni macroeconomiche problematiche o comunque non ideali, rilevanti costi all’origine e forte competizione sul prezzo retail per la maggior parte delle denominazioni da noi trattate. Ottima la qualità e la quantità per la campagna vitivinicola 2015. Significativo l’impatto reputazionale e di visibilità che la nostra Azienda e i nostri brand hanno ottenuto nel trade nazionale e internazionale a seguito della quotazione all’AIM Italia”.
L’aumento dei ricavi è legato a una importante crescita sui mercati americani (+10% circa), dovuta a politiche distributive intraprese in precedenza (sviluppo del mercato USA) e dai tassi di cambio. Anche l’Italia ha realizzato un incremento di rilievo (+14%), mentre l’Europa ha registrato un decremento del 7,5% circa, derivante principalmente da una flessione verificatasi nel terzo trimestre dell’esercizio e non recuperata nel quarto.
Secondo il management di Masi il calo dell’ultimo trimestre deve essere attribuito alla fluttuazione sfavorevole dei cambi (in particolare del dollaro canadese) e alla politica di approvvigionamento mirata al destock attuata da alcuni importanti distributori in vista della chiusura dell’esercizio 2015. L’andamento del primo trimestre 2016 sta invece registrando una crescita superiore allo stesso periodo del 2015. L’azienda smentisce inoltre le voci legate a future riduzioni dei prezzi a seguito della vendemmia 2015, particolarmente abbondante.
Il calo dell’Ebitda è invece dovuto, secondo le valutazioni di Masi, a un “decremento del saldo tra i ricavi delle vendite e delle prestazioni e i costi per materie prime, sussidiarie, di consumo e merci” a fronte nel 2014 di un “effetto positivo della variazione delle rimanenze particolarmente marcato, mentre il coefficiente del 65% realizzato nell’esercizio 2015 risulta sostanzialmente in linea con la performance storicamente conseguita dal gruppo negli esercizi ante 2014”. Andrebbe inoltre considerato un “incremento dei costi (circa un milione di euro, ndr) per servizi e godimento beni di terzi, prevalentemente ascrivibile a maggiore supporto ai mercati in termini di servizi di pubblicità e promozione”. Infine va valutato un “miglioramento di circa un milione e mezzo di euro degli altri ricavi e proventi, derivante principalmente da voci attinenti ai contributi OCM e ricavi verso distributori per prestazioni non di vendita”.