Verona. Dopo l’incontro di Washington del gennaio scorso, i responsabili del TTB “Alcohol and Tobacco Tax and Trade Bureau” – l’agenzia federale americana per l’alcol e il tabacco preposta ad effettuare controlli qualitativi e fiscali sui prodotti alimentari ed enologici importati negli Stati Uniti – hanno effettuato un viaggio di studio in Italia, organizzato da Unione Italiana Vini, al fine di definire un protocollo di collaborazione per agevolare le esportazioni dei vini di qualità italiani negli Usa e garantire assolute certezze di tracciabilità ai distributori e consumatori americani e concorrenza leale ai produttori italiani.
Si è trattato di un incontro di estrema importanza considerato il valore strategico del mercato statunitense per il nostro export e che si inserisce nell’attività di UIV volta a garantire la massima trasparenza sulla filiera produttiva al fine di evitare forme pericolose di concorrenza sleale.
“Avevamo invitato già a gennaio i responsabili del TTB a venire in Italia – ha spiegato Andrea Sartori, presidente di UIV – perché eravamo e siamo convinti che la modalità migliore per far capire i nostri sforzi sul fronte dei controlli e delle analisi e la correttezza delle nostre imprese sia quella di far toccare con mano la nostra realtà”.
Una realtà che ha decisamente impressionato William Foster, direttore del TTB, che ha sottolineato come “questa visita rappresenti per noi un ulteriore step per arrivare a definire un protocollo di collaborazione tra noi e Unione Italiana Vini sia in termini di scambio di informazioni che di condivisione di metodologia di analisi e di protocolli di controllo”.
“Ci rendiamo perfettamente conto – ha evidenziato Foster – che la stragrande maggioranza delle imprese enologiche italiane garantiscono qualità delle produzioni e rispetto dei disciplinari e delle norme. Ma per impedire che anche pochi soggetti inquinino l’immagine e influiscano sulla concorrenza leale tra imprese è essenziale costruire una modalità di collaborazione nuova e continuativa”.
“Su questo fronte si stanno definendo importanti accordi che hanno già portato alla definizione di uno scambio anche di personale tecnico tra i nostri e i loro laboratori – ha spiegato Francesco Pavanello, direttore generale UIV – al fine di condividere al meglio i nostri modelli di analisi che sono alla base per una corretta procedura di controllo in grado di dare garanzie adeguate”.
Ma la visita dei responsabili del TTB, accompagnati da Carlo Villanacci, colonnello della Guardia di Finanza dell’Ambasciata italiana a Washington, è stata molto utile anche per far conoscere loro le peculiarità del sistema vitivinicolo italiano. “Un sistema – ha spiegato Lucio Mastroberardino, vicepresidente di UIV – molto complesso e articolato rappresentato in larga misura da imprese medio-piccole, spesso di natura famigliare, con un fortissimo legame con il territorio di appartenenza”.
“Le stesse imprese più grandi – ha aggiunto Mastroberardino – hanno costruito negli anni un forte legame con i viticoltori che forniscono loro le uve a dimostrazione che alla base del sistema vitivinicolo italiano vi è proprio la terra, la vite. Ciò determina – ha proseguito Mastroberardino – una forte frammentazione, ma al tempo stesso un’offerta enologica ricca, articolata, fortemente legata ai territori di produzione, caratterizzata dall’utilizzo di un numero di varietà autoctone che non ha eguali al mondo”.
Una conferma delle parole di Mastroberardino è venuta dalla visita fatta a Casa Vinicola Zonin, a Gambellara, dove è stata illustrata l’azienda con le 11 diverse tenute e, al tempo stesso, è stata presentata l’attività intensa del gruppo in termini di sicurezza alimentare, sicurezza degli operati, sostenibilità ambientale, rispetto del paesaggio ed esaltazione della biodiversità.