Continua la crescita del vigneto biologico in Italia: nel 2012, secondo l’ultimo rapporto Sinab, sono stati censiti 56.000 ettari destinati a uva da vino, di cui 36.000 effettivi e 20.000 in conversione, per una crescita annua del 9%. Il biologico rappresenta circa il 9% del totale a vite coltivato nel nostro Paese, 3 punti in più rispetto al 2009. Insomma, se il vigneto Italia cala, come abbiamo recentemente documentato, all’interno di esso vi è una nicchia che pare non conoscere crisi.
Diversificato l’andamento regionale (il dato Sinab qui incorpora anche le superfici a uva da tavola). Se la Sicilia, con oltre 16.000 ettari, continua a essere la regina del vigneto bio, è la Puglia la regione che sta crescendo di più: il totale bio nel 2012 è di 10.200 ettari, il 27% in più in anno, equivalenti alla messa a dimora o conversione di più di 2.000 ettari, che diventano 4.000 se allarghiamo il confronto con il 2009. Cresce in maniera notevole anche il piccolo vigneto bio friulano (+27%, a poco meno di 500 ettari), così come quelli di Toscana, Umbria, Piemonte e Trentino Alto Adige. Riduzioni invece per Lombardia (-15%), Sardegna (-23%), Liguria, Lazio e Basilicata.
* comprensivo di uva da tavola
La regione con la più alta incidenza percentuale di biologico sul totale coltivato a vite è l’Umbria, che raggiunge quasi un terzo. Qui però il dato non pare essere attendibilissimo, considerando che solo nel 2010 si coltivavano con metodo bio 630 ettari, quindi probabilmente la statistica è da rivedere. Se il dato umbro fosse falsato, a parte ridurre sensibilmente tutto il calcolo sul vigneto nazionale, la regione con la maggior quota di biologico diventerebbe automaticamente la Calabria, con il 19%.
Fonte: elaborazioni Corriere Vinicolo su dati Sinab