Nel maggio del 2012 il parlamento scozzese approvò l’introduzione del MUP, il prezzo minimo per unità alcolica (ne avevamo parlato qui).
Al varo dell’Alcohol Minimum Pricing Bill (entrato parzialmente in essere nel giugno dello stesso anno) seguirono decise proteste da parte di diversi paesi dell’Unione, tra cui Italia, Spagna, Francia, Portogallo e Bulgaria (si veda qui) e, a livello locale, di alcune associazioni di categoria, in particolare quelle della Scotch Whisky Association (SWA).
Questa, insieme alla European Spirits Association e al Ceev (Comite Europeen Des Enterprises Vins), fece subito appello alla Curt of Session socozzese, la quale diede in prima istanza ragione al Governo ed al Parlamento di Scozia, asserendo che l’introduzione del MUP fosse nelle competenze di tali organi di governo (si veda qui quanto avevamo allora raccontato in proposito).
La Scotch Whisky Association si rivolse poi ai giudici della Inner House, organo supremo della stessa Curt of Session, che nell’aprile del 2014 chiese il parere della Corte di Giustizia dell’Unione Europea.
Lo scorso mese di settembre, Yves Bot, Avvocato Generale della Corte di Giustizia UE, si è espresso in proposito, definendo il MUP illegittimo (si veda qui) e non compatibile con l’OCM (il testo delle Conclusioni si può leggere qui, in lingua italiana).
Il parere di Bot ha segnato una tappa importante nella questione, in attesa del parere ufficiale della Corte. Questa si è espressa in proposito lo scorso 23 dicembre, definendo l’introduzione del prezzo minino per unità alcolica non compatibile con le leggi dell’Unione (il testo integrale della sentenza è disponibile qui in lingua italiana).
Il procedimento è ora tornato ai tribunali scozzesi, per la pronuncia definitiva della Inner House.
FEB