Tra il 2004 e il 2013 la superficie vitata del Regno Unito si è incrementata del 148% e la produzione locale di vino, soprattutto quella di spumanti, è in crescita.
Lo sviluppo recente e quello futuro del settore in UK sono stati da diversi studi messi in relazione al cambiamento climatico, e in particolare all’innalzamento delle temperature che in questa regione si sono incrementate, dal 1960 a oggi, più velocemente rispetto alla media globale (otto degli anni più caldi dell’ultimo secolo si sono qui verificati dal 2002 a oggi).
La questione è stata oggetto di una ricerca condotta presso l’University of East Anglia (UEA), finanziata dal Natural Environment Research Council e dallo Chateau de Sours, che ha portato alla pubblicazione del contributo ‘Climate and weather impacts on UK viticulture’, apparso lo scorso primo di aprile sulla rivista Australian Journal of Grape and Wine Research.
I ricercatori dell’UEA hanno raccolto le opinioni dei viticoltori del Regno Unito sull’impatto del cambiamento climatico, mettendole a confronto con un’analisi dei dati meteorologici degli anni che vanno dal 1954 al 2013.
Ne è risultato che se da un lato l’incremento delle temperature medie stagionali sembra essere un’opportunità per lo sviluppo della viticoltura, dall’altro il verificarsi di eventi meteorologici di breve termine (quali ad esempio gelate, ondate di freddo o acquazzoni improvvisi), frutto dello stesso cambiamento climatico, si trasforma in una minaccia non trascurabile per il settore, soprattutto in merito alle rese. Inoltre sarebbero proprio i vitigni destinati alla produzione di spumanti quelli più sensibili a questi eventi improvvisi.
FEB