La capacità del palato umano di riconoscere e giudicare la qualità di un vino, e in particolare la portata dei tannini, non è oggettiva quanto quelle dei nano sensori ottici. Lo sostiene una ricerca danese recentemente pubblicata sulla rivista scientifica ACS Nano.
I ricercatori della Aarhus University hanno sviluppato dei nano sensori che si basano sulla tecnologia SPR (surface plasmon resonance); questa permette di valutare la secchezza di un vino, attraverso un processo che riproduce l’interazione tra le molecole organiche del vino e le proteine della saliva umana.
Gli assaggiatori professionisti potrebbero dunque essere sostituiti da strumenti di misura…se questa ipotesi è poco credibile, soprattutto perché quando si tratta di gusto non si può negare l’importanza (anche) della soggettività di un palato esperto, è estremamente interessante il fatto che la tecnologia SPR potrà avere altre applicazioni, le più importanti nel campo della medicina diagnostica.
FEB