Ancora in rialzo, nonostante tutto e tutti. Il Giappone chiude il 2012 con l’ennesima crescita nei consumi di vino, arrivati a oltre 260 milioni di litri, per un pro capite che si sta arrampicando alla soglia dei 3 litri (2,7), sfondata una sola volta nel 1998 quando furoreggiò il boom del vino rosso dall’effetto salutare.
Il vino ormai detiene una quota di mercato sul totale alcolici del 4%, la più alta registrata da oltre sei anni a questa parte. Cala il peso della birra e del Sake, metre rimane stabile il Shochu. La categoria che invece sembra essere entrata definitivamente nelle abitudini dei consumatori giapponesi sono gli spirits, passati dal 9% di quota del 2006 al 28% odierno.
A livello di Paesi, i maggiori fornitori di vino, eccettuata l’Australia, hanno registrato un 2012 particolarmente positivo, con un trend triennale di ampia crescita. L’Italia, con oltre 3,8 milioni di casse vendute tra off e on-trade, è seconda in classifica, dietro la Francia, ma ormai incalzata da vicino dai cileni, che sono molto aggressivi nel settore consumi casalinghi, lasciandoci a distanza di oltre 1 milione di casse. Nell’on-trade invece i rapporti di forza si invertono a favore dell’Italia, 2 milioni di casse contro 700.000 cilene.
Fonte: elaborazioni Corriere Vinicolo su dati Agenzia Tributaria del Giappone e Wands. I dati si riferiscono al solo comparto vini fermi
Venendo invece all’anno in corso, le importazioni del primo semestre di vini in bottiglia fermi hanno registrato un lieve rallentamento sul fronte volumi (-3%), compensato da un aumento della spesa a 44 miliardi di yen (+17%). L’Italia, seconda in lista dietro la Francia, chiude con un positivo +21% a valori.
Sul fronte spumanti, sempre relativamente al secondo semestre dell’anno, chiusura italiana a +14% in valore: buona, ma non sufficiente a scalzare dal secondo posto gli spagnoli, cresciuti del 15%. A livello volumi, invece, al contraro dei Cava, la performance delle nostre bollicine è negativa del 4%. Mercato generale in salute, con +13% a valore e +8% in volume.
Fonte: elaborazioni Corriere Vinicolo su dati Dogane giapponesi