Poco esaltante, per non dire fermo del tutto. Il mercato giapponese si inceppa nel 2013, inchiodato sui livelli del 2012, con una spesa di 1 miliardo di dollari in vini in bottiglia (+1%) e volumi a -1%, poco sopra i 180 milioni di litri. La causa va evidentemente ricercata nella debolezza imposta allo yen, passato da un cambio sul dollaro di 79,7 del 2012 a 97,6 di media del 2013 e che ha di fatto alleggerito il portafoglio degli importatori.
Se ad appesantire il bilancio generale del mercato è il calo dei leader francesi (-3%), qualcosa di buono per l’Italia comunque c’è: quel +5% sul fatturato (173 milioni di dollari, trainato da un prezzo medo in crescita del 10%) che va a compensare il -4% sui volumi. Chi cresce e tanto in un mercato diventato più riflessivo sono Cile (+14%) e Usa (+13%), agli opposti come classe di prezzo: 8 dollari al litro gli americani (1 dollaro in meno dei francesi) e 3 dollari i cileni. Bene l’annata per la Spagna, mentre è notte fonda per gli australiani, il cui taglio prezzo (-12%) non porta niente di buono in cassa.
Fronte spumanti, ovvero Francia: bilancio magro, prezzi in ribasso dell’11% e valori scesi dell’8%, oltre soglia 302 milioni di dollari, mentre Spagna e Italia si contendono la seconda piazza, a distanze ancora siderali, con performance identiche sui valori (+1%), ma determinate da un aumento delle forniture a sconto per gli spagnoli (-9% il prezzo medio e +8% i volumi) e da un aumento listini del 6% per l’Italia, a fronte di volumi inferiori del 5%.