Da un po’ di tempo a questa parte si sta assistendo a mutazioni di qualche rilievo nella composizione dell’export francese. E anche il primo semestre di quest’anno conferma la tendenza a un rientro delle performance dei vini bandiera, Bordeaux, Borgogna e Champagne, che fanno posto – in termini non certo volumetrici ma di performance – a quelle che potrebbero essere definite le seconde linee: Rodano, cresciuto del 12% a volumi e del 20% a valori, che vince la medaglia di miglior aumento percentuale anno su anno, ma anche Languedoc (+3% e +6%), Alsazia (+5% e +4%), Lora (+6% a valore). Niente di eclatante, tanto che la performance generale della categoria Aop tranquilli spunta un magro 1% di aumento a volumi, con un calo sulla colonna degli incassi. Ma comunque un campanellino d’allarme che incomincia timidamente a suonare in riva alla Garonna e più a est, in zona Borgogna, dove i prezzi dei vini spuntati all’estero segnano un calo del 4%.
Naviga in acque tutto sommato tranquille lo Champagne, che chiude i primi sei mesi praticamente fermo ai livelli del 2012. Pesante la performance su quelo che rimane il primo mercato delle maison francesi, l’Inghilterra (-9% il consuntivo a valori), qualche sofferenza di prezzo in Usa (-3%), mentre si conferma un mercato più ostico del previsto la Cina, dove in sei mesi si è fatturato il 50% in meno rispetto al 2012.
Fonte: elaborazioni Corriere Vinicolo su dati Dogane francesi