Il Canada è il più importante consumatore di vino prodotto negli Stati Uniti, con vendite che valgono circa un miliardo di dollari all’anno, tuttavia secondo alcuni, sebbene l’accordo di libero scambio CETA, stipulato nel 2008 tra i due paesi, dovrebbe presto cancellare i dazi doganali, il Canada potrebbe applicare in futuro tariffe che danneggerebbero profondamente il vino americano. Se n’è parlato a metà aprile durante la National Wine & Grape Policy Conference, tenutasi a Washington D.C. e che ha riunito i membri di due delle più note e importanti associazioni di viticoltori americane: WineAmerica e Winegrape Growers of America.
Secondo, infatti, quanto si legge in una cronaca della conferenza, pubblicata il 16 aprile scorso sul sito di WineAmerica, The National Association of American Wineries, queste ipotetiche tariffe canadesi sul vino americano in ingresso potrebbero rappresenterebbe nel futuro addirittura uno dei problemi principali, “the leading issues”, per il settore vino Usa.
Più nel concreto, e ipotesi a parte, un altro dei problemi del settore, tema dell’incontro, sarebbero gli scarsi finanziamenti governativi al TTB, l’Alcohol and Tobacco Tax and Trade Bureau’s (TTB), ente americano che si occupa di regolamentare il settore. Gli scarsi fondi concessi a quest’ufficio porterebbero a lunghi tempi di attesa per alcune operazioni fondamentali, quali ad esempio l’approvazione delle etichette, necessaria per la vendita del vino. WineAmerica a questo proposito ha chiesto al Congresso di stanziare maggiori fondi, al fine di snellire il processo di regolamentazione.
FEB