Ne avevamo già parlato a inizio anno, commentando i dati delle importazioni del primo trimestre: Spagna e il Cile ci stavano mettendo dietro. Dopo sei mesi, la situazione non cambia, anzi peggiora e le distanze incominciano a essere preoccupanti. Se all’inizio dell’anno il sorpasso era stato operato dai cileni, e limitatamente ai valori, nel cumulato di settembre registriamo una completa debacle, sia sui volumi che sui valori.
Lato volumi: il grafico indica la nostra sofferenza già a marzo, un recuperio sui cileni nel semestre e il sorpasso a settembre, con gli spagnoli a 20 milioni di litri, il Cile a 15 e noi dietro a 14,9. Ben diversa la situazione un anno fa, quando per tutti e tre i trimestri siamo sempre stati davanti, e quindi al terzo posto nella classifica generale, diero a un’inarrivabile Francia e all’Australia.
Lato valori: qui la cosa è ancora più preoccupante. Per tutto il 2011 siamo stati davanti e anche in maniera piuttosto decisa. Incominciamo già a perdere nel primo trimestre 2012, dove veniamo superati dai cileni, mentre arginiamo con fatica gli spagnoli, che rinviano il rimbalzo solo di tre mesi, passando a settembre a 376 milioni di yuan, contro i 364 dell’Italia.
Spiegazioni: il mercato cinese sta crescendo meno in questo 2012 rispetto a quanto ha fatto negli anni passati, 2011 compreso. Il totale cumulato a settembre per l’imbottigliato vede una “pallida” crescita dell’11% a valori, contro un +18% a volumi. Ciò è dettato dal fatto che i cinesi stanno abbassando i prezzi d’importazione, calati nei nove mesi del 6%. In questa prateria si sono infilati gli spagnoli, che hanno tagliato i listini del 15% rispetto a un anno fa, rendendo il nostro -8% medio non sufficiente a tamponare l’erosione. Per inciso, invece, i cileni sono riusciti a crescere del 3%, segno che qualcosa nel nostro modello di business in Cina sta scricchiolando.
Fonte: elaborazioni Corriere Vinicolo su dati Dogane cinesi, via Oemv