Un incoraggiante segno più arriva dal mercato asiatico, dove nel primo trimestre dell’anno le importazioni di vini in bottiglia (spumanti esclusi) dei primi quattro Paesi (Cina, HK, Giappone e Corea del Sud) hanno raggiunto i 141 milioni di litri, equivalenti a una crescita del 18% sul corrispondente periodo del 2014. Un primo trimestre, quello dell’anno passato, dove aveva inciso in maniera importante la riduzione dei volumi assorbiti da Cina e di riflesso Hong Kong.
Il primo trimestre 2015 – lato volumi – si situa ai livelli più alti dal 2012, e di poco inferiore al trimestre precedente, quello di chiusura 2014.
Come si vede dal grafico qui sotto, relativo alle variazioni di ogni trimestre sul corrispondente dell’anno prima, gennaio-marzo ritorna a livelli di crescita dell’inizio del 2013, quando l’aggregato asiatico era ancora in piena espansione: non solo la Cina era lontana dalle avvisaglie del regime di austerity che sarebbe stato imposto di lì a fine anno, ma anche il Giappone non aveva ancora iniziato la fase svalutativa dello yen che avrebbe contraddistinto tutto il 2014.
Nel dettaglio, le importazioni di vino in Cina, sempre primo trimestre e sempre bottiglia escluso spumante, hanno archiviato una crescita molto robusta: +31% a volume e +21% a valore, anche se i prezzi medi sono in costante calo (-8%, a 4,62 dollari al litro la media).
L’Italia pompa volume (+16% rispetto a marzo 2014), ma a scapito dei valori (-7%), con caduta dei prezzi medi del 20% (3,90 dollari al litro). Nota positiva è che guardando il trend rispetto agli ultimi 9 mesi vi è un trend di crescita abbastanza regolare.