In conformità a quanto prevede la normativa europea sui nuovi ritrovati vegetali, Fem e Civit saranno contitolari non solo dei risultati di questo progetto di cooperazione tecnologica e sviluppo, ma anche dei relativi diritti di proprietà industriale.
Con questo ambizioso progetto, Civit, società partecipata da Fem, assolverà alla principale mission per cui è stato costituito, ossia fungere da virtuoso “vettore” dei risultati di ricerca e sviluppo prodotti da San Michele nel settore viticolo verso il mercato attraverso una politica di azioni che miri in via principale al beneficio del territorio Trentino e nazionale, senza però dimenticare le grandi potenzialità offerte dal mercato europeo ed internazionale in tale settore.
“Questo accordo è un ulteriore passo nella direzione della sostenibilità, ha dichiarato Andrea Segrè presidente Fem. Siamo stati i primi ad adottare la confusione sessuale, sia ormonale sia vibrazionale, per frutteto e vigneto, tecnologie che hanno ridotto e talvolta azzerato l’uso di insetticidi. Inoltre puntiamo molto sul biocontrollo, ovvero la lotta naturale a patologie e parassiti. Stiamo affinando le tecnologie di diffusione per ridurre la deriva e sperimentando architetture degli impianti che ci consentano l’adozione di un maggior grado di meccanizzazione. A tutti questi filoni, sviluppati nel Centro Ricerca e Innovazione e nel Centro Trasferimento Tecnologico, aggiungiamo l’innovazione varietale. La partnership con Civit è stata pensata proprio per potenziare il nostro operato in questi campi”.
“La firma dell’accordo, dichiara Enrico Giovannini presidente Civit, è il coronamento di un percorso di collaborazione tra il vivaismo viticolo trentino e la Fondazione Mach. Questo accordo permetterà di accelerare il trasferimento delle conoscenze raggiunte dai ricercatori di San Michele verso gli utilizzatori finali, cioè i viticoltori, attraverso il lavoro dei vivaisti viticoli trentini”.