Il coinvolgimento dei consumatori nelle scelte di produzione, distribuzione e marketing si sta via via facendo strada anche nel mondo del vino. La scorsa settimana abbiamo raccontato della scelta di Tesco (si veda qui) di inserire sulle bottiglie fumetti con gli appunti di degustazione dei clienti; oggi parliamo, invece, del crowdsourcing del vino. Si tratta, in breve, di coinvolgere i consumatori, attraverso il web, nelle scelte enologiche: varietà d’uva, tempi di invecchiamento, data di ingresso in commercio delle bottiglie, scelta del nome del vino e della grafica delle etichette… A portare nella filiera del vino questa pratica, già da anni in voga in altri settori, ad esempio nell’elettronica, sono state due cantine Usa: la Columbia Crest dello stato di Washington, con il progetto “Crowdsourced Cabernet” e californiana La Crema Winery che, con “Virtual Vintner Experience”, affida ai suoi clienti affezionati le scelte per la produzione di un a pinot noir dalle vigne della Russian River Valley di Sonoma.
FEB